Home W e abbasso la TV Lo Scherzo perfetto: troppi asini che parlano

Lo Scherzo perfetto: troppi asini che parlano

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Lo Scherzo perfetto programma televisivo condotto da Teo Mammuccari, idea di Marco Balestri. Quando Marco Balestri mi parlò dello “Scherzo perfetto” l’idea mi sembrò molto divertente e interessante. Una grande occasione per i filmmaker a cui ho dedicato un intero canale su YouTube. Balestri, lo sapete, è un bravissimo autore televisivo con un grande senso dell’umorismo. Le premesse erano ottime. Purtroppo la trasmissione nel momento in cui è entrata nelle fauci della TV è stata completamente stravolta. A giudicare dalle tante lettere che ricevo, molti dei filmmaker che vi hanno collaborato oggi sono completamente delusi se non addirittura arrabbiati. Vediamo perché. Potrei dire che la scenografia di questa trasmissione è brutta e povera, da tv locale in fallimento. Potrei dire che la giuria non ha senso, malgrado gli interventi del bravo Gene Gnocchi. Gli scherzi dovevano votarli il pubblico e non delle signorine inutili prive di alcun credito. Uno scherzo o fa ridere o non fa ridere. Non c’è niente da commentare. Potrei dire che Mammuccari non ha spazio per condurre. Fa gli annunci e le solite battute sulla scemenza degli ospiti. Ma non sarebbe sufficiente a spiegare un flop. Tutto il programma è percorso da una fretta completamente idiota che non privilegia né gli scherzatori né le vittime.

Lo Scherzo perfetto, Scherzi a parte e la Stangata

Lo Scherzo perfetto ha un precedente: “La stangata” con Lorella Cuccarini. Vi collaborai anche io ma in quell’occasione, per permettere al pubblico di godersi uno scherzo a una vittima sconosciuta, demmo risalto innanzitutto alle vittime stesse. E’ divertente vedere in “Scherzi a parte” un calciatore famoso e sicuro di sé in campo, che poi si trova in grande difficoltà sulla scena di uno scherzo. Ma se la vittima non è conosciuta, il livello di attenzione iniziale del pubblico è decisamente più basso. Nello “Scherzo perfetto” non si è tenuto conto di questo. I filmmaker-scherzatori non si sa chi siano. Hanno appena il tempo di dire buonasera che già Teo li manda a casa. Le vittime sconosciute, di cui appunto non si sa niente, appaiono qualche volta alla fine, quando ormai non gliene frega più niente a nessuno. Quindi: giuria inesistente, vittime sconosciute che rimangono sconosciute, scherzatori sconosciuti che rimangono tali. Ci si poteva aspettare che il programma volesse puntare tutto sulla bontà degli scherzi. Neanche per sogno. La cosa più incredibile dello “Scherzo perfetto” è che gli scherzi non fanno ridere. A parte naturalmente qualche felice eccezione, gli scherzi sono fessi e noiosi. Eppure, nel cassetto, scherzi forti e divertenti Marco ne aveva. E allora perché? Le audizioni, che avevano una parte molto importante nel programma, sono state tutte tagliate o banalizzate. Può darsi che la faccia di Balestri in video desse fastidio a Teo. Non lo so. A volte succedono queste cose causando  solo disastri.

Una spiegazione convincente me la sono data nell’ultima puntata che ho visto.

Scherzo perfetto: se non sei nuda non fai ridere

Barbara, una ragazza brava, bella e simpatica, per la sua audizione aveva sistemato un cellulare nel bagno di casa, si era infilata nella vasca da bagno piena di schiuma in costume e, fingendo un crampo, aveva invitato un amico ad aiutarla a uscire. “Senza guardare, sporcaccione!”. Quando finalmente l’amico tutto bagnato e insaponato a occhi chiusi riesce a farla uscire dal bagno “senza guardare”, Barbara gli si mostra in costume da bagno. Questo è lo scherzo. Che cosa fanno i geni che prendono le decisioni sul programma? Questi “nuovi creativi della tv” sono convinti che il solo modo di catturare pubblico sia puntare tutto sul sesso. Infatti nelle prime puntate del programma mandano in onda scherzi tutti imperniati sul “culo fuori”. Geniale. Quindi che cosa fanno questi soloni alla povera Barbara in costume da bagno? Le mettono  il blur cioè una sfocatura sul reggiseno per far credere al pubblico che la ragazza sia… nuda. In genere chi fa questi ragionamenti è quasi sempre un maschio arrapato, convinto che come lui sia arrapato anche tutto il pubblico televisivo. La bava alla bocca non lo fa ragionare. Ma se Barbara fosse stata nuda dove sarebbe stato lo scherzo? Non si sa.

Come si vede in questa foto dello “Scherzo perfetto” Barbara non è nuda.

Viene da chiedersi a questo punto se è solo per i motivi che ho indicato finora che gli scherzi in onda siano brutti o tagliati o stravolti? No. E allora perché? Vogliono forse affossare il programma a vantaggio di qualche altro centro di potere televisivo (le “Iene”, ad esempio)? Non ci credo. In questi tempi di crisi sarebbe un vero crimine. No, spero proprio di no. La verità è più deprimente. La verità è che oggi in televisione non ci sono più autori e quando ci sono non contano niente. Credo sia andata così anche per Balestri. Parlano tutti, parlano i conduttori, parlano gli agenti dei conduttori, parlano i produttori, i direttori, i vice direttori gli assistenti dei direttori, talvolta anche le segretarie. Ma non parlano e basta. Dicono sì e no usando il potere  che hanno. E alla fine una buona idea televisiva viene completamente distrutta, stravolta, spenta. Concludo: tutta questa gente in genere non ha nessun rapporto con la strada, non prende il tram, non va sulle spiagge pubbliche o in posta a fare la coda. Si frequentano fra loro, si parlano, se la suonano e se la cantano. In comune hanno tutti una cosa. Vanno su internet, si mandano i video, si scambiano virali. E pensano che quelli debbano essere i nuovi contenuti e i tempi della tv. Una cazzata tremenda. Se la televisione imita internet, come ha provato a fare lo “Scherzo perfetto”, è finita. Il pubblico davanti alla tv vuole storie non le cretinate del web. Si rifletta sui programmi che funzionano. Non basano tutta la loro creatività sul culo fuori, sugli insulti, sulla maleducazione. Quanto a voi cari filmmaker prima di accettare un nuovo invito della tv fate attenzione ai vostri interessi e non fatevi trattare da figuranti. E non sentitevi neanche onorati di partecipare. 

 

Alessandro Ippolito

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